Una maggioranza che deve dimettersi. Per il bene della città: Si deve ritornare alle urne !

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Arzano. Il consigliere comunale Salvatore Borreale mostra coraggio in questo momento molto delicato. Il Comune non va, la politica è assente, non ci sono persone che possono trainare l’ente di piazza Cimmino dalla burrasca. Troppe cose non vanno. E’ Salvatore Borreale oltre la denuncia cerca di trovare la via della soluzione. Ma purtroppo non è il consigliere della maggioranza. Lui è stato eletto nelle file della lista Arzano Viva. Sentiamolo.

Perché l’amministrazione Aruta deve andare a casa?

La sindaca Cinzia Aruta e la sua maggioranza devono andare a casa per una serie di motivi, primo fra tutti perché hanno preso in giro i cittadini di Arzano. In campagna elettorale avevano promesso di tutto. Città più pulita, sicurezza, benessere, opere pubbliche, vivibilità, cura dell’ambiente, insomma il libro dei sogni. Promesse che non hanno mantenuto anche per le loro incapacità. Sono trascorsi quasi 2 anni e mezzo da quando sono al governo della città e nessun miglioramento si è visto. Anzi le cose sono peggiorate ancora di più. Ad esempio la vicenda del bilancio comunale, questa maggioranza ha approvato il piano del predissesto finanziario in modo scellerato spalmando alcuni debiti in 3 anni, mentre altri debiti sono stati spalmati in 10 anni, una sorta di via preferenziale solo per “alcuni”. L’eredità della disastrosa situazione finanziaria poteva essere “curata” in modo più incisivo, anche con una sofferta dichiarazione di dissesto finanziario per “tirare”, una volta per tutte, una linea netta di demarcazione tra il passato e il futuro.

Il punto è proprio questo: c’è differenza tra il passato e il futuro?

C’è continuità come dimostra la recente sentenza della Corte di Cassazione sulla nota vicenda del ricorso della società Se.Co. srl per un affidamento di un incarico professionale assegnato nel 1989 con la sottoscrizione di una Convenzione con il Comune di Arzano per la progettazione di un piano di insediamento produttivo nella zona al confine con il comune di Grumo Nevano. Anni dopo sorse una vicenda di lodo arbitrale e nel 2002 l’amministrazione di allora riaffidò nuovamente il progetto integrandolo con un disciplinare di incarico. Nuovamente sorse un lungo contenzioso legale tra il Comune e la società Se.Co. che tutti pensavano chiuso fino a qualche giorno fa, ma la sentenza della suprema Corte ha dato ragione alla società ricorrente e rinviato la causa per il merito ad altra Corte di Appello di Napoli. Insomma pende ancora come un macigno sulla testa del Comune di Arzano un potenziale debito di euro 3.300.000 più interessi.
Questa situazione finanziaria non è più sostenibile nel tempo. Ecco che per il bene della città è preferibile che la Giunta comunale si adoperi, il prima possibile e senza indugio, anche per “alleggerire” la sua responsabilità.

Lo faranno? O forse è meglio dire “glielo faranno fare”? Hanno l’autonomia politica per farlo?

E questo è un altro problema che collega il passato con il presente. Basta verificare chi aveva il potere nel 2002 e chi, da dietro le quinte, oggi ha il potere, le solite eminenze grigie. Continuare a restare sugli scranni più alti senza poter conseguire alcun obiettivo amministrativo soddisfacente per la popolazione è segno che solo i lauti stipendi rappresentano il loro obiettivo. Magra consolazione di un fallimento sotto gli occhi di tutti.

Come si valuta la capacità di un’amministrazione locale?

Dai risultati ottenuti in termini di benessere, di sicurezza, di servizi erogati, di realizzazione di strutture pubbliche, dal livello di gradimento del servizio rifiuti, dal tasso di inquinamento, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni pubblici, dal tasso di riscossione dei tributi, dalla raccolta di finanziamenti pubblici nazionali e europei per migliorare il patrimonio comunale, etc. L’amministrazione Aruta in queste cose si è dimostrata fallimentare.

Anche sull’opportunità di intercettare i fondi del PNRR stanno fallendo, stanno facendo perdere alla città una grande occasione di sviluppo e crescita, mentre le altre città progettano e realizzano un futuro migliore, ad Arzano, senza coinvolgere le opposizioni politiche e la comunità arzanese, il cerchio magico del potere locale pensa ad altro. Come ad esempio all’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, che sembra abbia preso una brutta strada. La pubblicazione di un avviso pubblico che fa discutere e alimenta sospetti, come gli artt. 3 e 4, e in particolare gli artt. 6 e 8. In buona sostanza, l’atteggiamento della maggioranza è sempre lo stesso: senza una programmazione, senza alcun dibattito nella commissione consiliare al patrimonio comunale, senza alcun confronto con i consiglieri comunali di opposizione. Questa vicenda, attenzionata anche a livello sovracomunale, rappresenterà un momento di svolta per il futuro della sindaca e della giunta comunale.