Se non puoi sconfiggerlo, alleati!

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A Casoria, la coalizione c’è. Il candidato sindaco non ancora.
Spunta l’idea delle primarie.

Il decreto legge recentemente approvato dal Consiglio dei ministri ha fissato la data per le elezioni europee, cui saranno accorpate quelle amministrative in 3700 comuni, tra cui Casoria: si voterà l’8 e 9 giugno.
Nel frattempo, nella città di Santi e Beati ancora non si conoscono i nomi dei candidati alla carica di sindaco; scelta resa oltremodo complessa dalla nuova coalizione di centro-sinistra formatasi in vista degli impegni elettorali che si profilano all’orizzonte.
Uno schieramento eterogeneo che vede insieme anime del tutto diverse, e, fino a ieri, contrapposte.
Siedono allo stesso tavolo finanche il Movimento 5 stelle e “Casoria libera”, nonostante i reiterati, duri attacchi che, da sempre, il leader pentastellato locale, Elena Vignati, ha rivolto al presidente di SORESA, che, ormai da anni, è l’indiscusso deus ex machina della politica casoriana.
Lo disse Giulio Cesare e lo avrà pensato anche l’attuale coordinatrice provinciale dei 5 stelle: si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum. Tradotto: se non puoi battere il tuo nemico, unisciti a lui. Ed è proprio il caso di specie: allo stato, è davvero arduo pensare di combattere contro lo strapotere casilliano, fortemente radicato in tutti gli strati sociali. Sarebbe una battaglia persa: la storia, peraltro, è maestra di vita. E allora tanto vale amministrare la sconfitta, e farla diventare una sorta di vittoria di squadra; una
squadra pur sempre capitanata da colui che ieri incarnava, per i novelli alleati, il male assoluto.
Intanto il Capitano starebbe meditando sull’individuazione del candidato alle prossime amministrative.
Secondo qualcuno, Bene potrebbe rappresentare la sintesi per la neo-coalizione. Eppure, spunta l’idea delle primarie. Evenienza che potrebbe rappresentare un modo per defenestrare l’odierno sindaco, ove si consideri che non sembra godere dei consensi dell’opinione pubblica, stizzita da un operato che non è andato oltre le famigerate piste ciclabili e le inutili rotonde, previa dichiarazione del dissesto finanziario del Comune.