Arzano. Una città da ricostruire

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Una città che mostra le sue difficoltà, almeno quelle di progettazione . . . .

Per progettare bisogna avere una visione del futuro e senza voler scomodare De Gasperi secondo il quale il politico guarda alle prossime elezioni e lo statista alle prossime generazioni, nel nostro piccolo questo paese aveva bisogno  di una amministrazione con capacità, coraggio, fantasia di immaginare Arzano tra trenta quaranta anni e adottare provvedimenti in vista delle generazioni future. Ovviamente senza trascurare l’ordinario. Ageo Piscopo capo dell’opposizione mostra la sua capacità e denuncia lo stato dell’ arte della politica locale.

Invece?

Invece qui si fa solo l’ordinario, questi “appilano” qualche buco per strada con un po’ di asfalto e se ne vantano su facebook. Dopo due anni bisogna constatare che l’amministrazione in carica non ha nè capacità nè competenze per amministrare.

Può fare qualche esempio?

Uno dei problemi che andava affrontato subito era quello della sicurezza dei cittadini e del controllo del territorio. Aumentano i furti, in appartamenti e negozi, di notte è stata scassinata la saracinesca di una paninoteca al rione Sette Re. Ci vuole molto a capire che i ladri non rubano hamburger e maionese e che è stata una tipica intimidazione camorristica?

Invece il sindaco ha testualmente  dichiarato   che “problemi di sicurezza sul territorio di Arzano non ce ne sono”  e il guaio è che ne è convinta. Poi sommersa dalle critiche ha chiesto la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. E’ venuto il Prefetto di turno a dire le solite cose, il sindaco è contenta, i consiglieri di maggioranza si sono “ammoccati” le chiacchiere e tutto è restato come prima.

Che bisogna fare?

Occorrerebbe l’autorevolezza per pretendere più attenzione anche dal governo nazionale,  visto che siamo  un paese sciolto  tre volte per condizionamenti camorristici. Qui per fortuna non avvengono episodi brutti come quelli di Caivano però il Consiglio dei ministri ha stanziato per Caivano altri ventidue milioni (oltre ai trenta stanziati in precedenza)  per la sicurezza. E’ possibile che qui non si riesce nemmeno ad avere qualche carabiniere in più?

Lei  accenna sempre alla sicurezza

E’ vero, è un problema che mi sta a cuore e non si affronta seriamente, forse perché non tutti ne sono consapevoli, forse manca  il coinvolgimento di altri soggetti che pure dovrebbero far sentire la propria voce. Il paese ha molte associazioni, anche di professionisti,  alcune meritoriamente impegnate nel sociale,. ma restano silenti o forse manca un don Patriciello. In ultimo, un accenno alle telecamere, la loro mancanza è parte del problema. Giorni fa sono stato in paesino dell’avellinese per la presentazione di un libro del nostro concittadino Lello Marangio e, con rammarico per il mio paese,  ho notato un ‘Avviso alla cittadinanza’ del sindaco, che informava della installazione di telecamere. Come è possibile che dopo sue anni il nostro sindaco non è riuscito a piazzarne nemmeno una ?

Cosa contesta ancora all’amministrazione?

L’immobilismo assoluto. Sfido chiunque a dire di aver notato un cambiamento in questi due anni. Gli esempi sono tanti. Lo stadio continua a essere abbandonato, le pratiche di condono edilizio continuano a giacere negli uffici, il paese continua a essere sporco, la viabilità continua a essere drammatica, continua la sosta selvaggia delle auto e, cosa peggiore, si diffonde la rassegnazione tra la gente. Questo contesto soprattutto all’amministrazione: tra la gente si diffonde l’idea che non è possibile un cambiamento. Un’altra cosa da fare subito era mettere mano all’ufficio legale, con assunzione di personale. Il Comune perde quasi tutte le cause, con condanne a  milioni di euro di risarcimenti, anche perché l’ufficio è sottodimensionato,  manca il coordinamento con gli altri uffici, spesso il comune non si difende nemmeno in giudizio. Una situazione drammatica che ci ha portato al dissesto finanziario ma neanche qui è stato fatto alcunché. Ultimamente, un consigliere della maggioranza ha affermato che il paese è sporco perché  la gente è incivile e lascia la spazzatura dove e quando gli pare. La signora nemmeno s’è resa conto del razzismo insito nella sua affermazione.: dove i paesi sono puliti la gente è civile, qui il paese è sporco perché siamo incivili. Bisognerebbe spiegarle che la percentuale di incivili è uguale ovunque, che qui il paese è sporco perché i pochi incivili fanno il loro comodo, lasciano la spazzatura dove e quando gli pare e lo fanno perché non c’è controllo, nessuno non si applicano sanzioni, il paese è abbandonato a se stesso. Alla fine, oltre ad avere una amministrazione incapace, dobbiamo pure sentirci dire che siamo incivili!

Ci dice qualcosa sul Puc?

E’ un’altra nota dolente e non voglio polemizzare sul fatto che nella apposita commissione comunale i consiglieri di opposizione hanno sempre inutilmente chiesto la documentazione per iniziare una seria discussione. Ritorniamo all’inizio, il Piano urbanistico comunale è lo strumento per ridisegnare il paese ma per ridisegnare il paese bisogna pensare alle prossime generazioni, immaginare  come deve essere Arzano tra quaranta anni. Invece ci viene proposta una scolastica divisione del territorio in zone: centro storico, zona edificata, zone di completamento, agricola, ecc. senza un preventivo studio delle esigenze del paese e nessuna visione del futuro. Non è questo il luogo per una discussione sul puc, ma limitiamoci al centro storico e, una volta per sempre diciamola tutta: escluso qualcosa da conservare, qui si tratta di centro vecchio e non storico. I vicoli di Via Annunziata, di Via Vittorio Emanuele, le Traverse Santa Giustina, strette, malsane, degradate, devono essere così anche tra quaranta anni? Quando ci passo mi sembra di leggere ‘Il ventre di Napoli’ della Serao. Perchè non intervenire sul ventre di Arzano e immaginare un Risanamento come fu fatto a Napoli a fine ‘800? Ovviamente discutendone, individuando gli strumenti urbanistici e amministrativi adatti, coinvolgendo i tecnici locali, la società civile, ascoltando e recependo le diverse proposte. Invece, col Puc proposto tutto resterà come ora. Addirittura nell’ultima commissione non erano nemmeno noti i confini del ‘centro storico’, con chi proponeva di includere o escludere questa o quella via! Eppure il presidente della commissione ha dichiarato chiusa ogni discussione. Poi ci chiediamo perché paesi a noi vicini rinascono, rifioriscono, pullulano di attività commerciali, attraggono gente.

Come sempre dipende dalla classe dirigente e questo è in paese sfortunato.

Venticano