Arzano, Festa di Santa Giustina: un successo che apre la campagna elettorale

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Che la Festa di Santa Giustina sia stata un successo ed abbia un potenziale uno sbocco sul mercato del turismo culturale è tema di dibattito, sospeso tra chi l’avrebbe voluta limitata alla sola comunità santagrippinese e chi la guarda ancora come un conservatorismo di nicchia, ormai anacronistico.
Per chi ha lavorato a questo progetto, la Festa è stata invece un risultato concreto, frutto di una visione chiara e di una programmazione triennale. Un successo targato Pro Loco Arzanostra, guidata da Luigi Del Prete, costruito su tre parole chiave: squadra, partnership, sostenibilità. Coinvolgere cinque istituti scolastici e sei parrocchie su un territorio complesso come quello arzanese è già di per sé un piccolo miracolo, restando nel registro religioso.
Certo, c’è ancora tanto da fare. La creazione di un vero prodotto culturale è tutta da costruire.
In tutto ciò ad un certo punto è arrivata la politica.
All’indomani della Tragedia, mentre la città ancora godeva della bellezza dello spettacolo manifestando sui social il proprio entusiasmo, l’opposizione è rispuntata a gamba tesa, gridando allo scandalo per i presunti “costi esorbitanti” dell’evento.
Eppure, se confrontati con quelli di altre realtà: Nola, Giugliano, Visciano, solo per citarne alcune non sembrano esagerati. Il punto non è quindi economico, ma politico.
Per tre anni, l’opposizione ha lasciato crescere il progetto senza intervenire. Poi, a un anno dalle elezioni, qualcosa è cambiato: la giunta di Cinzia Aruta — presente e sempre visibile — raccoglieva un consenso reale. E allora la Festa è diventata improvvisamente un bersaglio.
Ad onor del vero non si è contestato tanto il merito, ma un potenziale uso di procedure e supporto arbitrario.
E qui la domanda è inevitabile, ritornando al tema del successo. Viene da chiedersi, se davvero la Festa fosse stata solo un esercizio snob, un’iniziativa superata, perché mai scomodarsi tanto?
La risposta è evidente: perché la Festa ha smosso energie, attivato relazioni e creato consenso.
In due parole pare evidente fosse giunto il momento di iniziare la campagna elettorale.
Pertanto a noi osservatori resta da capire se il dibattito politico venutosi a creare sarà in grado di costruire una convergenza virtuosa che faccia crescere il progetto o se si limiterà a cavalcare un facile opportunismo che potrebbe addirittura ridimensionare la Festa.
Le feste patronali non sono folklore da cartolina, ma risorse strategiche per lo sviluppo locale, la coesione sociale e la valorizzazione della memoria collettiva.
In questa partita non di poco conto il ruolo del giornalismo locale sarà fondamentale nel seguire questo banco di prova, magari uscendo dal clima provinciale da tifoseria venutosi a creare, a seconda della compagnia di turno.
Si spera che anche in modo ferocemente critico, ma con onestà intellettuale si dia il giusto risalto a una Festa dal destino incerto che, per il nostro territorio, rappresenta molto più di un semplice evento.