(Giusy Cirillo) Desidero condividere con i lettori una riflessione sull’Intelligenza Artificiale. Papa Francesco nel suo discorso alla Sessione G7, tenutosi il 14 giugno 2024, scrive: “La scienza e la tecnologia sono dunque prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani. Ebbene, è proprio dall’utilizzo di questo potenziale creativo che Dio ci ha donato che viene alla luce l’intelligenza artificiale.” e la definisce “strumento affascinante e tremendo”.
Essa è il risultato della combinazione ben proporzionata di matematica e programmazione, nello specifico, un ramo dell’informatica che si propone di progettare macchine e software capaci di “pensare”-“agire” in modo intelligente, risolvendo problemi, ottimizzando processi, trovando soluzioni rapide, efficienti, condivisibili, il tutto, simulando anche alcune capacità umane quali, comprendere il linguaggio naturale (Siri o ChatGPT), riconoscere immagini o suoni (Face ID o Shazam), prendere decisioni o imparare dai dati (Netflix con i suggerimenti). Seppur considerata una novità radicale, ha conosciuto un’evoluzione lenta, contraddistinta da tre tappe sostanziali: IA simbolica (dal 1950 al 1990), Machine Learning (anni 2000), Deep Learning & LLM (dal 2015).
Di fronte a questa terza rivoluzione digitale, che sta cambiando in modo considerevole il vivere quotidiano, la modalità di relazionarci, di lavorare, di studiare, di concepire, di definire l’identità umana, la nostra percezione è attraversata da molteplici stati d’animo ambivalenti come, curiosità (innata) verso ciò che è nuovo, disorientamento, minaccia, stato di benessere, insoddisfazione, isolamento. Tutto ciò ci porta a individuare e valutare, al fine di conoscere meglio le sue potenzialità per un nostro maggiore beneficio, ma anche per difenderci in caso di un suo eccessivo utilizzo, quali siano pro e contro da considerare; tra i primi, rientrano: ispirazione e suggerimenti, propensione a diverse prospettive, stimolo al confronto aperto, senza pregiudizi e al rispetto altrui, apprendimento cooperativo, tra i secondi: difesa privacy, disuguaglianza partecipativa, problemi di accessibilità, rischio concreto di disinformazione, dipendenza tecnologica.
La società del domani non può prescindere da essa, perciò, bisogna adattarsi, non senza formarsi, e sviluppare la consapevolezza di apertura e di comprensione per un suo uso responsabile, specie nel mondo scolastico, non trascurando le complesse questioni etiche di cui si fa portatrice, spesso ignorate.
Foto: Istituto per gli Studi di Politica Internazionale