C’è una questione giovanile da risolvere: Occorre il Commissario Straordinario

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Si legge quasi tutti i giorni di quindicenni coinvolti in mega risse. Qualche vola ci scappa anche il morto, poiché qualcuno esce di casa armato, pistola o coltello: pare sia un modo per sentirsi più considerati dagli altri. Come siamo caduti in basso!

La colpa spesso viene data alle famiglie, accusate di non controllare i figli. E’ chiaro che la colpa non può essere solo dei genitori. La colpa è della società che si sta evolvendo dimenticando i valori.

Perché i ragazzi non sono più controllati dai genitori? La risposta è semplice e complicata allo stesso tempo. LA verità è che i genitori non stanno più a casa. Ormai lavorano sia il padre che la madre. Spesso con orari terribili. La smania di fare carriera (e soldi) ha portato a dimenticare le cose semplici che hanno tenuto in piedi la società. Un tempo, in genere, c’era all’interno della famiglia la separazione netta dei ruoli. C’era il padre che lavorava, portando a casa i soldi. La madre si occupava della casa, dei figli soprattutto. Figli che venivano seguiti, accompagnati a scuola, ma anche a fare sport. C’erano poi le parrocchie che avevano un ruolo di straordinaria importanza. I ragazzi ricevevano non solo un’educazione cristiana, ma venivano aggregati. In quasi tutte le parrocchie c’era l’associazione cattolica che fungeva da supporto alle famiglie. Il mitico tavolo di ping pong presente in quasi tutte le Chiese era l’emblema di tutto ciò.

Poi c’è stata l’evoluzione. Per amor di Dio, non è che in passato le cose andavano in maniera perfetta. Le donne, in quanto sacrificate in casa, avevano un ruolo di secondo piano. La rivoluzione femminista da questo punto di vista è stata importante. Non siamo ancora, specie in alcune piazze, alla vera parità dei ruoli tra marito e moglie. Ma la situazione da questo punto di vista è decisamente migliorata. Sta di fatto però che tranne qualche famiglia fortunata, che può contare sulla presenza attiva dei nonni, i figli sono abbandonati a se stessi.

Tornare indietro non avrebbe senso, sia ben chiaro. Le donne per altro non accetterebbero, a giusta ragione, di tornare al passato. Sta di fatto che come tutte le rivoluzioni anche tutto questo ha aspetti negativi. In questo caso per altro l’aspetto negativo supera quasi i benefici.

C’è poi un altro aspetto, quello relativo al divorzio. Oggi 7 coppie su 10 divorziano. Anche in questo caso è impossibile tornare indietro. Ne’ sarebbe giusto. Sta di fatto che oggi come oggi le coppie si sciolgono in maniera troppo semplice. Non che prima le cose fossero diverse dal punto di vista della fedeltà. Anche prima della legga sul divorzio i tradimenti erano all’ordine del giorno. Solo che non essendo possibile divorziare le reazioni erano più contenute. Insomma, il tradito abbozzava, semmai si vendicava, sta di fatto che quasi sempre la coppia rimaneva tale. Oggi non è così. E per quanto le separazioni siano all’ordine del giorno, quasi nessuno pensa ai figli. Che anche quando sono grandi e capiscono, restano sempre feriti dal fatto di vedere uno dei capisaldi della propria vita che si fa da parte. Certo, il genitore resta sempre a disposizione, ma è chiaro che per un figlio il distacco sarà sempre un trauma.

Cosa fare per uscire da questo incubo? Tornare indietro non si può. Oggi pensare ad una mamma che resta a casa è impossibile. Come anche tornare indietro sul divorzio non avrebbe senso. In ogni caso qualcosa va fatta, i ragazzi abbandonati a sé stessi sono un pericolo, per loro innanzitutto, ma anche per la società.

Un tempo, lo ribadiamo, la Chiesa svolgeva un ruolo importante. Adesso molto meno. E le storie relative a preti pedofili certo non aiutano a ritornare al passato. Ed ecco che tocca alla società farsi carico, a nostro avviso, del problema. Innanzitutto la scuola dovrebbe aveva il tempo pieno. Questo non solo per aiutare i ragazzi a fare i compiti, ma soprattutto per tenerli impegnati, lontano dai pericoli della strada. Questo è fondamentale. Poi però tocca alla società cambiare i propri valori. Oggi il denaro è troppo importante. Non solo per vivere bene, ma anche per avere un ruolo di primo piano. Oggi chi non ha soldi è considerato male dagli altri. Se noi tutti non correggiamo questo approccio alla fine le cose andranno sempre peggio. E i nostri figli, i nostri nipoti, ne pagheranno il prezzo più alto.